venerdì 29 febbraio 2008
La depressione è un disturbo sicuramente diffuso tra la popolazione generale e quindi molto ben conosciuto.Sembra, infatti, che ne soffra dal 10% al 15% della popolazione, con una diffusione maggiore tra le donne. Generalmente chi ne soffre mostra un umore depresso, una marcata tristezza quasi quotidiana e tende a non riuscire più a provare lo stesso piacere nelle attività che provava prima. Le persone che soffrono di depressione, si sentono sempre giù, l’umore ed i pensieri sono sempre negativi. Sembra che presentino un vero e proprio dolore di vivere, che li porta non riuscire a godersi più nulla.Oltre a questi sintomi primari, succede che le persone che soffrono di questo disturbo ne presentino altri, quali: un appetito aumentato o diminuito; un aumento o una diminuzione del sonno; spesso un marcato rallentamento motorio o, al contrario, una marcata agitazione; una marcata affaticabilità; una ridotta capacità di concentrarsi; una tendenza molto forte ad incolparsi, a svalutarsi; pensare al suicidio.Chi soffre di depressione può soffrirne in modo acuto (cioè presenta delle fasi di depressione molto acute ed improvvise, che magari tendono a scomparire da sole o con una terapia) oppure soffrirne costantemente, anche se in forma leggera, con alcuni improvvisi momenti di peggioramento.Spesso i parenti spronano chi ne soffre a reagire, a sforzarsi. Questo ovviamente in buona fede, senza rendersi conto che ciò tende a far sentire chi ne soffre ancora più in colpa. La cosa migliore da fare è aiutare chi ne soffre a riprendere le proprie attività, assumere un'adeguata terapia farmacologica ed intraprendere una psicoterapia.
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L'avevo promesso, e adesso parlerò un pò della materia che mi compete, la psicologia, prendendo dei disturbi il cui nome è comune a molti ma non tutti conoscono il sintomo che le caratterizza!
Il disturbo bipolare non è particolarmente frequente nella popolazione generale, è un disturbo serio e invalidante, che merita una certa attenzione. Chi soffre di questa condizione tende a presentare fasi depressive seguite da fasi maniacali. Le fasi depressive sono caratterizzate da un umore particolarmente basso, una marcata e profonda tristezza e dalla sensazione che non ci sia più nulla in grado di dare piacere. Inoltre, durante queste fasi, il sonno può facilmente aumentare o diminuire, così come l’appetito; concentrarsi su un’attività diventa più difficile. A volte la disperazione ed il senso di vuoto sono così marcati che le persone pensano al suicidio.Le fasi maniacali, in alcuni casi, sono esattamente il contrario delle fasi depressive. Sono caratterizzate, infatti, da un umore particolarmente euforico, dalla sensazione che tutto sia possibile e da un ottimismo eccessivo. Le idee ed i pensieri si accavallano rapidamente nella mente ed a volte diventano così veloci che spesso diventa difficile seguirli. Il comportamento diventa disorganizzato ed inconcludente. L’energia è tanta che spesso chi attraversa queste fasi non sente il bisogno di mangiare o dormire ed ha la sensazione di poter fare qualsiasi cosa, a tal punto da commettere azioni impulsive o compromettenti. In altri casi, tuttavia, la fase maniacale non è caratterizzata da umore euforico, bensì disforico, ovvero da un senso costante di rabbiosità e ingiustizia subita, intolleranza, irritabilità e, spesso, vera e propria aggressività, mancando la capacità di valutare adeguatamente le conseguenze delle proprie azioni. Generalmente le fasi depressive tendono a durare maggiormente rispetto a quelle maniacali: di solito le prime durano da qualche settimana a qualche mese, mentre le seconde da una a due settimane.A volte il passaggio da una fase all’altra è immediato, a volte, invece, intercorre un periodo di umore normale. Solitamente una fase insorge lentamente, mentre a volte può arrivare improvvisamente.
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mercoledì 27 febbraio 2008
Paradosso: Assumendo l'esistenza del male in senso cristiano, o Dio non è onnipresente (altrimenti il diavolo sarebbe una sua parte), o Dio non è onnipotente (in quanto il diavolo esiste), o Dio non è infinitamente buono (poiché il diavolo sarebbe una creazione di Dio).
Il paradosso - o questione dell'esistenza del Male - si può enunciare anche come la contraddizione stretta tra due soli principi: quello di onnipotenza e di bontà di Dio, senza attribuire alcuna rilevanza alla questione della "presenza". In tal caso la contraddizione ha solo due termini. Il diavolo (o il male) e Dio vengono così presi in considerazione solo in quanto "princìpi causali" indipendentemente da altre loro eventuali caratteristiche.
In quest'ultimo caso le considerazioni o confutazioni centrate sulla questione della "onnipresenza" non sono valide.
Una proposta di confutazione comune di questo paradosso riguarda la definizione del "male". L'obiezione più frequente è che il male è legato al "libero arbitrio" e non sarebbe possibile senza questo. Il libero arbitrio sarebbe la proprietà per cui la volontà di certe creature dipende solo da sé stessa, e non da dio. È facile riconoscere in questa idea una riformulazione del paradosso stesso piuttosto che una vera risposta. In senso logico causale, infatti: 1) Ha un significato affermare che una cosa, benché creata da dio, in nessun modo dipende da dio? 2) Il fatto di creare un essere dotato di capacità intrinseca di fare il male, e che quindi potrebbe dannarsi, non potrebbe essere di per sé essere già considerata una azione malvagia?
In generale: il libero arbitrio è il concetto che viene più spesso portato a confutazione del paradosso, ma questo stesso concetto è opinabile e paradossale. L'idea che il "libero arbitrio" esista, o che la sua esistenza sia "buona", costituiscono assiomi indimostrabili, e non sono accettati da tutti.
Infine, si osserva che la definizione di "male" dovrebbe essere consistente con la pratica (per esempio, tutti cercano di curare le malattie o di difendersi dalle catastrofi naturali, non considerano "male" solo le azioni prodotte da esseri umani) perciò è comunque difficile trovare una definizione di "male" che racchiude solo cose generate dal libero arbitrio, tralasciando per esempio il caso o la natura, che si assume creata da dio stesso, e mantenere allo stesso tempo una coerenza di discorso.
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martedì 26 febbraio 2008
Lo spiritismo si basava sui dialoghi stabiliti da Kardec con quelli che egli riteneva "esseri incorporei", spiriti di persone defunte). Questo suo assunto non era all'epoca né originale né poco comune, credenze di questo tipo ebbero in seguito numerosi proseliti (tra questi numerosi scienziati e filosofi) e le sedute spiritiche erano un'attività frequente tra i suoi contemporanei, seppure in genere per scopi ricreativi.
Lo spiritismo rivendica milioni di aderenti in molti paesi del mondo, tra cui numerosi in America Latina, in particolare in Brasile.
Lo spiritismo non va confuso con lo spiritualismo. L'inflazione del termine è considerata un uso peggiorativo sia dagli spiritualisti che dagli spiritisti.
Tuttavia l'uso di radici della lingua corrente per comporre la nuova parola, in un contesto in cui le pratiche e idee legate allo spiritismo erano ampiamente diffuse, generalizzò subito il termine per indicare tutto quello che concerne il contatto con l'aldilà, così come si usa oggi in molti paesi.
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lunedì 25 febbraio 2008
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domenica 24 febbraio 2008
Grazie mille... disse Garibaldi! E grazie mille dico io a tutti voi che venite e date anche una sola occhiata al mio blog. Vorrei ringraziare Wikipedia, dai cui articoli spesso prendo spunto per far luce sulla verità; i vari siti stupidi che mi danno la possibilità di farvi conoscere varie realtà parzialmente conosciute; i siti sulle serie tv ed animate che mi servono per poter essere più preciso nella pubblicazione dei post, sito per me fondamentale è http://www.icavalieridellozodiaco.it/ , ho anche inserito il loro banner nel blog per dare modo a tutti di andare a dargli un'occhiata...
Grazie di nuovo e buon divertimento.
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sabato 23 febbraio 2008
Etichette: Saint Seiya - I Cavalieri Dello Zodiaco