sabato 31 maggio 2008

La Storia Dei Tre Titani

Il più catastrofico disastro marittimo di tutti i tempi colpì il più grande leviatano mai creato dall'uomo: il tragicamente famoso Titanic, della compagnia White Star Line. La calamità fu eguagliata soltanto da quella del Titan, un immaginario transatlantico di linea andato a fondo con una tremenda perdita di vite umane nell'aprile del 1898, quattordici anni prima che il Titanic cozzasse contro l'iceberg che lo fece colare a picco, anch'esso in una sera di aprile.
Il Titan navigò soltanto nelle pagine di un romanzo di Morgan Robertson, opportunamente intitolato Futility. Ma i paralleli fra le due gigantesche navi passeggeri danno il capogiro. Il profetico Titan di Robertson salpò dal porto inglese di Southampton per il suo viaggio inaugurale, come l'"inaffondabile" Titanic.
Entrambe le navi erano stipate fino alle frisate di cittadini facoltosi. Entrambe cozzarono contro un iceberg nello stesso punto e affondarono. Ed entrambe le navi registrarono un numero così spaventoso di perdite umane perché nessuna delle due disponeva di sufficienti scialuppe di salvataggio. Nel caso del Titanic, morirono 1513 passeggeri, la maggior parte per assideramento nelle gelide acque dell'Atlantico.
Fra le vittime ci fu il famoso spiritualista e giornalista W. T. Stead, che nel 1892 aveva scritto un racconto dove veniva predetto un analogo naufragio. Ma né Futility, né il racconto di Stead poterono salvare il condannato Titanic. Ci fu però un'altra premonizione che evitò una tragedia. Nell'aprile del 1935 il marinaio William Reeves era di vedetta a prua di una carretta, il vapore Titanian, in navigazione per il Canada dall’Inghilterra. I ricordi della tragedia del Titanic e le analogie fra le due navi ossessionavano la mente del giovane Reeves e gli davano i brividi. La prora della nave stava solcando le stesse acque tranquille dove si era mosso il Titanic. E, mentre si avvicinava la mezzanotte, l'ora della fine del grande transatlantico, Reeves rammentò la data del naufragio, il 14 aprile 1912, che era anche la data della sua nascita.Impressionato dalle coincidenze, Reeves gridò, e la nave si mise in panna, arrestandosi a un pelo da un iceberg celato dalle tenebre della notte. Poco dopo la montagna di cristallo si rese visibile in tutta la sua minacciosa imponenza. Il Titanian rimase immobile, ma salvo, per nove giorni, finché finalmente dei rompighiaccio provenienti da Terranova gli aprirono una via di scampo attraverso la micidiale distesa ghiacciata.

giovedì 22 maggio 2008

Anticipazioni dell'Aldilà

In tutte le parti del mondo e fin dalla più remota antichità le visioni delle persone che avevano sfiorato la morte sono state prese in seria considerazione. Durante la seconda guerra mondiale, in almeno un ospedale da campo sovietico fu raccolta una particolare documentazione relativa a soldati gravemente feriti che erano stati letteralmente riportati in vita dalla soglia della morte. Secondo uno studio di numerosi casi di soggetti "tornati" dai confini con l'"aldilà", si rilevò che la maggior parte di essi ebbe una fugace visione mistica conforme alla loro religione di appartenenza. Fra i gruppi principali, i cattolici ebbero brevi visioni di santi e udirono inni e cantici, i musulmani si trovarono al limitare di un paradiso verdeggiante e affascinante, mentre i comunisti convinti non ricordarono nulla. Molte persone riferirono anche di aver visto dei loro familiari defunti.
Il caso di Thomas Edison è particolarmente interessante poiché ci si aspetterebbe che, da scienziato, avesse riferito la sua ultima impressione con un certo distacco. Giaceva moribondo quando tutt'a un tratto si sollevò e disse, in tono chiaro, ma stupito: "Sono davvero sbalordito. Là e meraviglioso". Non fece altri commenti su quanto aveva visto e poco dopo morì.
Voltaire, il famoso filosofo francese e acceso anticlericale, giaceva nel suo letto di morte, in stato semicomatoso. Durante la sua vita feconda e battagliera i suoi nemici l'avevano spesso ammonito che dopo la morte avrebbe ricevuto una giusta punizione, presumibilmente l'inferno. Proprio mentre stava per morire, i ceppi semispenti nel focolare della sua stanza si accesero all'improvviso di fiamme vigorose. Egli aprì gli occhi e con la sua ben nota arguzia commentò, rivolto ai suoi amici: "Quoi! Les flammes déja?" ("Come? Già le fiamme?").

mercoledì 14 maggio 2008

La Fossa Del Tesoro

Ho deciso di inserire nel mio blog dei racconti su fatti che possono sembrare incredibi ma sono veri, veri nel senso che non sono storielle inventate ma cose a cui la gente crede veramente.


Al largo della costa della Nuova Scozia c’è una isoletta di forma triangolare: Oak Island. Di proporzioni molto più grandi è però l'inquietante enigma di che cosa si trovi nascosto sotto la sua superficie ingannevolmente innocente. Si vocifera di un favoloso tesoro di pirati di un valore inimmaginabile. Quello che sappiamo ci induce a pensare all'abilità ingegneristica e alla sagacia senza pari e quasi diabolica di chiunque abbia nascosto il tesoro.
Quali che possano essere gli esiti finali della vicenda, per quasi duecento anni Oak Island ha frustrato ogni tentativo di svelare il suo segreto. I primi a provarci furono il sedicenne Daniel McGinnis e due suoi compagni che nel 1795 attraversarono a remi la baia di Mahone dalla terraferma canadese. In una radura del bosco nell'estremità orientale dell'isola, scoprirono un bozzello di paranco di una vecchia nave che pendeva da un albero sopra una depressione che era stata riempita di terra. Enormemente incuriositi, scavarono e trovarono l'apertura di un ampio pozzo a sezione circolare del diametro di quattro metri. Alla profondità di tre metri incontrarono una prima spessa piattaforma di legno di quercia. Sei metri più sotto rinvenirono una seconda piattaforma, e nove metri più in basso una terza.
Lo scavo nella creta silicea sfinì fisicamente e smontò psicologicamente i giovani cercatori di tesori. Ma altri avrebbero preso il loro posto. I lavori ripresero nel 1804, finanziati da Simeon Lynds, un facoltoso signore della Nuova Scozia. Gli scavatori di Lynds trovarono altre cinque piattaforme di quercia, ciascuna a tre metri dall'altra; tre di esse erano state sigillate con mastice marino e uno strato di fibre di cocco. Ventisette metri più in basso trovarono quella che fu chiamata la "pietra cifrata," con oscuri simboli che secondo una fonte significavano: "Trenta metri più sotto sono sepolti dieci milioni di dollari". Una somma che nell'attuale corso monetario andrebbe aumentata in misura esponenziale.
Due metri e mezzo sotto la pietra cifrata, il palanchino di uno degli scavatori colpì qualcosa di solido, e si credette che fosse un forziere col tesoro. Gli uomini di Lynds si concessero una pausa per il resto della giornata. La mattina successiva la fossa si era riempita d'acqua per una profondità di diciotto metri e mezzo.
La Fossa del Tesoro ridusse sul lastrico Lynds, e spezzò la schiena dei membri di tutte le spedizioni che da allora si susseguirono. Nel corso degli anni sono state portate alla luce dalla fossa prove sufficienti a far continuare il supplizio di Tantalo e i tentativi dei cercatori di tesori: pezzi di catene d'oro e indicazioni di camere contenenti forzieri di legno.
Il mistero di quello che è contenuto nella Fossa del Tesoro divenne ancora più fitto quando ai livelli di 33 e di 45 metri furono scoperti due condotti collegati col pozzo. Riempiti di fibre di cocco, conducevano entrambi alle spiagge dell'isola, dove sembravano fungere da spugne, imbevendosi d'acqua marina e inondando in modo permanente la cavità. Le fibre di cocco fanno pensare che il tesoro nascosto provenisse dal Pacifico meridionale.
I cercatori di tesori continuavano a spendere invano soldi nella deludente buca, rischiando anche la vita. Daniel Blankeship, un ex imprenditore di Miami, direttore degli scavi nell'isola di Oak per conto della Triton Alliance Ltd., un consorzio di quarantotto facoltosi banchieri canadesi e statunitensi, si trovava in fondo al pozzo quando l'armatura d’acciaio che ne sosteneva le pareti quindici metri al di sopra cominciò a cedere. Gli operai lo fecero uscire utilizzando un verricello prima che tutto crollasse.
Blankeship e la Triton, che hanno già inutilmente investito tre milioni di dollari nell'impresa, giurano che non intendono darsi per vinti. Adesso siamo di fronte a quello che il presidente della Triton definisce "con ogni probabilità lo scavo archeologico più profondo e dispendioso mai compiuto nell'America del Nord". Il nuovo progetto prevede che sia affondato un enorme tubo di acciaio e cemento largo da 18 a 21 metri e profondo 61, che rivelerà, una volta per tutte, che cosa c'è in fondo alla Fossa del Tesoro. Il costo preventivo dell'impresa? Dieci milioni di dollari.

martedì 6 maggio 2008

Risate Ingiustificate

Ho scelto questo video perchè è veramente divertente, ho preso il file con i sottotitoli essendo tedesco. Consiglio di vederlo è vermante divertente.

Buondivertimento!

domenica 4 maggio 2008

Lost: I Numeri


Uno dei misteri più grandi di Lost sono i numeri: 4 8 15 16 23 42. Questi numeri sono molto importanti per capire il meccanismo dell'isola, furono scoperti da uno scienziato italiano tale Enzo Valenzetti, questa è una di quelle cose che gli sceneggiatori del telefilm non sveleranno mai durante le quattro stagioni, ma sarà rivelato dalla Lost Experience.
L' Equazione di Valenzetti è una formula matematica in grado di determinare quando avverrà la fine dell'umanità. Il proposito della Dharma Initiative sembra essere quello di cambiare i fattori che porterebbero a questa catastrofe, probabilmente modificando almeno uno di questi numeri.
Durante la seconda stagione di Lost è stato rivelato che la sequenza numerica è un codice che deve essere inserito in un computer situato nella stazione Il Cigno ogni 108 minuti (4 + 8 + 15 + 16 + 23 + 42 =108). Dopo averli digitati il timer si resetta e torna posizionato sul numero 108.

Non aggiungo altro, vi mantengo sulle spine come d'altronde mi hanno insegnato gli sceneggiatori di questo geniale telefilm.



KnightFight