lunedì 23 giugno 2008

Incubo

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!




Questa è la mia prima poesia!!! :)

Mi dedico alla poesia

Ho deciso di dedicarmi alla poesia, diciamo che quando mi viene in mente qualcosa che può assomigliare ad una poesia la scriverò. Non farò commenti sui miei lavori, lascerò a voi, sempre se vorrete, qualche sorta di commento. Sappiate che non ho mai e non cancellerò i vostri interventi perchè sarebbe ingiusto.

domenica 22 giugno 2008

Che Amarezza!

L'Italia, come sappiamo tutti, è fuori dagli Europei. La cosa è molto triste perchè siamo i campioni del mondo e come si sa abbiamo nella nostra rosa alcuni fra i giocatori più forti del mondo, allora la domanda nasce spontanea, come abbiamo potuto perdere?
In primo luogo direi che gran parte (per non dire tutta) della colpa va al nostro "allenatore",una persona che nelle prima tre partite ha cambiato 3 formazioni; una essere incapace di allenare tanto che gli allenatori erano (avete sentito tutti la telecronaca di ieri) Capitano Cannavaro e Capitan Del Piero; uno che da bordo campo non da consigli tecnico-tattici ai suoi giocatori ma fa il tifoso (perchè come si incazza lui e incita lui i giocatri l'ho fatto anche io e sicuramente meglio da casa); donadoni che ha allenato un sottoborgo di squadra in serie C-2 e il Livorno in serie A non può certo avere l'esperienza per allenare una nazionale, figuriamoci l'Italia; uno che lascia in campo Toni in tutte le partite, e come abbiamo visto in molti casi, in evidente difficoltà; uno che mette in campo ostinatamente Perrotta (giocatore capace di fare solo gli inserimenti) in un ruolo non suo e conseguentemente gioca male; uno che ai quarti di finale mette in campo un ragazzetto come Aquilani che non ha assoluitamente esperienza e in evidentissimo imbarazzo; uno che fa giocare Ambrosini che, a parte la "buona" prestazione di ieri (anche perchè un paio di super cazzate le ha fatte), è in campo solo per amicizia con l'allenatore (è come se io fossi allenatore dell'Italia e convocassi mio fratello e altri amici e li schiererei titolare, credo che mi prendereste tutti per pazzi); uno che lascia giocatori come Del Piero, Camoranesi e Quagliarella in panchina senza dare alcuna spiegazione a questa scelta. Insomma ce ne sarebbero cose da dire, spero solo che il signor Abete e il signor Albertini abbiamo capito la lezione e la prossima volta non si affidino a questi tizi qua, che l'unica cosa che possono saper fare è farci fare delle bellissime figure di Merda.

giovedì 19 giugno 2008

Incombustibilità e Fede

La Free Pentecostal Church è una setta fondamentalista con branche sparse in tutto il sud degli Stati Uniti. I suoi membri prendono la Bibbia alla lettera e credono incondizionatamente a questo testo quando afferma che i veri credenti possono sfidare i serpenti, il veleno e il fuoco. Quindi, nel quadro delle loro cerimonie religiose, gli adepti della congregazione si frustano fino a giungere a uno stato di frenesia al cui acme maneggiano serpenti a sonagli, bevono stricnina e toccano il fuoco, senza provar dolore o accusare conseguenze negative..
Uno studio scientifico sulla setta fu condotto nel 1959 da uno psichiatra del New Jersey, Berthold Schwartz. Egli si recò parecchie volte nel Tennessee per assistere ai riti della setta, e vide coi suoi occhi i partecipanti esporre le mani e i piedi alle fiammelle di lampade a cherosene senza ustionarsi. "In tre occasioni", riferì Schwartz, "tre diverse donne tennero ferma la fiamma davanti al petto, in modo tale che era in diretto contatto con i loro abiti di cotone, i loro colli scoperti, i loro volti e i loro capelli. Questo durò più di pochi secondi. A un certo punto, uno dei membri del gruppo prese un tizzone ardente grande come un uovo di gallina e lo tenne fra le palme delle mani per sessantacinque secondi mentre camminava in mezzo ai suoi correligionari. Schwartz non riuscì invece a toccare una brace accesa di carbone per più di un secondo senza procurarsi una dolorosa bolla.
Il dottor Schwartz giudica probabile che questi fedeli entrino durante le loro cerimonie in una specie di trance. Ma quale potere impedisca ai loro vestiti di prendere fuoco rimane un enigma.

giovedì 12 giugno 2008

Il demone di Dover

Per più di 25 ore, nell'aprile del 1977, una strana creatura extraterrestre fece sentire la sua presenza a Dover, un ricco quartiere suburbano di Boston.
Il demone di Dover apparve la prima volta alle 22.30 del 21 aprile, mentre tre giovani percorrevano in macchina Farm Street diretti verso nord. Al guidatore, Bill Bartlett, parve di vedere qualcosa che strisciava lungo un basso muretto di mattoni alla sua sinistra. Poi i fari illuminarono qualcosa che non aveva mai immaginato neppure nei peggiori incubi.
La creatura volse lentamente il capo e guardò fisso nella luce, rivelando due grandi occhi senza palpebre, splendenti e "simili a due biglie di vetro arancione", e una faccia priva di lineamenti: non aveva neppure, a quanto pareva, un naso. La testa aveva la forma di un'anguria ed era grande pressappoco come il resto del corpo, che era sottile e spigoloso. La pelle glabra sembrava avere la consistenza di "carta vetrata umida". Alto un'ottantina di centimetri, stava strisciando con movimenti incerti lungo il muro, brancicando la pietra con le sue lunghe dita mentre avanzava.
Bartlett ammutolì per lo spavento, e pochi secondi dopo quando ritrovò la voce, la luce dei suoi fari aveva oltrepassato il mostro. L'attenzione dei due compagni era rivolta altrove, e quindi non l'avevano visto affatto.
Poco dopo mezzanotte, il quindicenne John Baxter stava tornando a casa lungo la Millers High Road dopo aver riaccompagnato la sua ragazza. Un chilometro e mezzo più in là vide una piccola sagoma che si avvicinava e pensò che fosse un amico che abitava in quella via. Lo chiamò, ma non ottenne risposta.
La distanza fra loro diminuì finché la bassa figura si fermò. Anche Baxter si fermò, e chiese: "Chi è là?" Il cielo era coperto ed egli poté vedere soltanto una forma confusa. Quando mosse un passo la forma si gettò di lato, scese in un basso fossato e passò sull'altra sponda.
Sconcertato, Baxter seguì lo sconosciuto fino al fossato. Guardò bene e, a sei metri di distanza, vide un essere dal corpo scimmiesco, "a forma di otto", dalla testa come un cocomero e dagli occhi di fuoco. Le sue lunghe dita erano allacciate intorno al tronco di un albero.
Baxter si sentì di colpo gelare il sangue e fuggì.
Il demone di Dover fu ancora visto da un amico di Bill Bartlett, il. diciottenne Will Taintor. Egli ne aveva sentito parlare da Bartlett, eppure rimase terrorizzato quando lui e un suo amico, Abby Brabham, lo videro mentre passavano per Springdale Avenue. La loro descrizione concordava con quella di Bartlett, se non per il fatto che mentre lui aveva parlato di occhi sfavillanti arancioni, essi giurarono che erano verdi.
Quando degli investigatori interrogarono i testimoni, furono colpiti dalla concordanza delle loro descrizioni. Rimasero colpiti anche quando il capo della polizia, il preside della scuola media, gli insegnanti e i genitori dei ragazzi assicurarono che i testimoni erano tutti onesti e degni di fede.
Come osservò uno degli agenti, Walter Webb, alla conclusione della sua indagine sul caso: "A quanto ci risulta, nessuno dei quattro era sotto l'effetto di droghe o di alcool al momento dell'avvistamento... Nessuno di loro tentò minimamente di rivolgersi alla stampa o alla polizia per dare pubblicità alle sue dichiarazioni. Invece la notizia trapelò a poco a poco. In quanto all'idea che i testimoni fossero vittime di una burla inscenata da qualcuno, questo sembra molto improbabile, soprattutto per la virtuale impossibilità di creare un "demone" animato, apparentemente vivo, del tipo descritto".Che cos'era dunque il demone di Dover? Certuni hanno, suggerito che fosse un extraterrestre, mentre secondo altri poteva trattarsi di un essere noto agli indiani Cree del Canada orientale col nome di mannegishi. I mannegishi sono mostriciattoli dalla testa tonda, senza naso, con lunghe zampe da ragno e mani con sei dita. Secondo la leggenda, vivono fra le rocce nelle rapide dei torrenti e dei fiumi.



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