mercoledì 14 maggio 2008
Ho deciso di inserire nel mio blog dei racconti su fatti che possono sembrare incredibi ma sono veri, veri nel senso che non sono storielle inventate ma cose a cui la gente crede veramente.
Al largo della costa della Nuova Scozia c’è una isoletta di forma triangolare: Oak Island. Di proporzioni molto più grandi è però l'inquietante enigma di che cosa si trovi nascosto sotto la sua superficie ingannevolmente innocente. Si vocifera di un favoloso tesoro di pirati di un valore inimmaginabile. Quello che sappiamo ci induce a pensare all'abilità ingegneristica e alla sagacia senza pari e quasi diabolica di chiunque abbia nascosto il tesoro.
Quali che possano essere gli esiti finali della vicenda, per quasi duecento anni Oak Island ha frustrato ogni tentativo di svelare il suo segreto. I primi a provarci furono il sedicenne Daniel McGinnis e due suoi compagni che nel 1795 attraversarono a remi la baia di Mahone dalla terraferma canadese. In una radura del bosco nell'estremità orientale dell'isola, scoprirono un bozzello di paranco di una vecchia nave che pendeva da un albero sopra una depressione che era stata riempita di terra. Enormemente incuriositi, scavarono e trovarono l'apertura di un ampio pozzo a sezione circolare del diametro di quattro metri. Alla profondità di tre metri incontrarono una prima spessa piattaforma di legno di quercia. Sei metri più sotto rinvenirono una seconda piattaforma, e nove metri più in basso una terza.
Lo scavo nella creta silicea sfinì fisicamente e smontò psicologicamente i giovani cercatori di tesori. Ma altri avrebbero preso il loro posto. I lavori ripresero nel 1804, finanziati da Simeon Lynds, un facoltoso signore della Nuova Scozia. Gli scavatori di Lynds trovarono altre cinque piattaforme di quercia, ciascuna a tre metri dall'altra; tre di esse erano state sigillate con mastice marino e uno strato di fibre di cocco. Ventisette metri più in basso trovarono quella che fu chiamata la "pietra cifrata," con oscuri simboli che secondo una fonte significavano: "Trenta metri più sotto sono sepolti dieci milioni di dollari". Una somma che nell'attuale corso monetario andrebbe aumentata in misura esponenziale.
Due metri e mezzo sotto la pietra cifrata, il palanchino di uno degli scavatori colpì qualcosa di solido, e si credette che fosse un forziere col tesoro. Gli uomini di Lynds si concessero una pausa per il resto della giornata. La mattina successiva la fossa si era riempita d'acqua per una profondità di diciotto metri e mezzo.
La Fossa del Tesoro ridusse sul lastrico Lynds, e spezzò la schiena dei membri di tutte le spedizioni che da allora si susseguirono. Nel corso degli anni sono state portate alla luce dalla fossa prove sufficienti a far continuare il supplizio di Tantalo e i tentativi dei cercatori di tesori: pezzi di catene d'oro e indicazioni di camere contenenti forzieri di legno.
Il mistero di quello che è contenuto nella Fossa del Tesoro divenne ancora più fitto quando ai livelli di 33 e di 45 metri furono scoperti due condotti collegati col pozzo. Riempiti di fibre di cocco, conducevano entrambi alle spiagge dell'isola, dove sembravano fungere da spugne, imbevendosi d'acqua marina e inondando in modo permanente la cavità. Le fibre di cocco fanno pensare che il tesoro nascosto provenisse dal Pacifico meridionale.
I cercatori di tesori continuavano a spendere invano soldi nella deludente buca, rischiando anche la vita. Daniel Blankeship, un ex imprenditore di Miami, direttore degli scavi nell'isola di Oak per conto della Triton Alliance Ltd., un consorzio di quarantotto facoltosi banchieri canadesi e statunitensi, si trovava in fondo al pozzo quando l'armatura d’acciaio che ne sosteneva le pareti quindici metri al di sopra cominciò a cedere. Gli operai lo fecero uscire utilizzando un verricello prima che tutto crollasse.
Blankeship e la Triton, che hanno già inutilmente investito tre milioni di dollari nell'impresa, giurano che non intendono darsi per vinti. Adesso siamo di fronte a quello che il presidente della Triton definisce "con ogni probabilità lo scavo archeologico più profondo e dispendioso mai compiuto nell'America del Nord". Il nuovo progetto prevede che sia affondato un enorme tubo di acciaio e cemento largo da 18 a 21 metri e profondo 61, che rivelerà, una volta per tutte, che cosa c'è in fondo alla Fossa del Tesoro. Il costo preventivo dell'impresa? Dieci milioni di dollari.
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